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LETTERA A SAN CATALDO

Categoria: Ambiente
Postato il 10/01/2009 da Monica Nitti



Una bambina legge una lettera a San Cataldo, il Patrono di Taranto, affidando il destino della città, martoriata dall'inquinamento industriale, nelle sue mani.
Tratto dal docufilm "Polveri alle stelle, il degrado ambientale a Taranto", di Vittorio Vespucci e Monica Nitti.
Categoria: Ambiente Permalink (Lettera a San Cataldo) Stampa Commenti a Lettera a San Cataldo (5 commenti)

Commenti al post ‘Lettera a San Cataldo’:
Commento postato da NICO il 25/01/2009
La città non segue più un filo logico, è allo sbando.E il cuore di chi vorrebbe vederla nuovamente quella di un tempo è triste.

Commento postato da SABRINA il 25/01/2009
Oggi neanche la speranza serve più a Taranto per farla rivivere.Purtroppo si sta spegnendo.
Belle parole di una questa piccina.

Commento postato da ENRICO VETRÒ il 23/01/2009  E_Mail
Quanto letto e udito mi trova perfettamente consenziente.La madre di tutti i problemi, a mio avviso, deriva purtroppo dalla incapacità totale dei nostri politici locali(di qualunque ideologia!), più che i governativi, di fare e di aver fatto muro contro l'arroganza, la tracotanza, il cinismo e menefreghismo dei proprietari industriali. Gli standard di qualità della vita dei cittadini e dei lavoratori di Taranto sono di certo ugualmente drammatici, se non superiori in drammaticità, a quelli che si raggiunsero durante la rivoluzione industriale inglese.Inoltre tante analogie con quel tempo ed economico evento sono sotto gli occhi di tutti: assenza completa, se non nanismo di una forza sindacale in grado di limitare la tracotanza dello strapotere industriale, tragico inquinamento, sfruttamento della forza lavoratrice a vantaggio di un profitto dal volto disumano. Per il lavoratori presenti nelle industrie locali non c'è scelta: prendere o lasciare.E se un nostro giovane plurilaureato ha la fortuna di essere assunto presso una industria locale, egli sa già in partenza che camperà almeno un anno in meno per ogni anno trascorso a respirare l'aria del suo posto di lavoro. Ultimo peccato MORTALE che non perdonerò mai ai miei politici locali(tutti!) - pur non essendo Dio - è che da decenni e decenni di strapotere industriale, essi, predecessori e non, non abbiano mai portato avanti un discorso fattivo ed attuativo di nuove opportunità di lavoro ad ampio respiro che spazzassero via la cosiddetta monocultura economica. La speranza non basta! Taranto deve svegliarsi e i suoi cittadini devono smetterla di tenere la testa nella sabbia, come gli struzzi e abbandonare quel modo di pensare antipaticissimo del "sto bene io, sta bene tutto il mondo". Ciaoissimamente, Enrico.

Commento postato da VALENTINA il 18/01/2009  E_Mail
Una lettera commovente ma anche piena di speranza e di voglia di cambiare.Brava SIMONA!!!!

Commento postato da ALESSIA il 15/01/2009
Bellissima lettera scritta con tanta voglia di vedere Taranto migliore.Complimenti!!!!

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